Pensieri
Rimango qui in una incertezza pavida contro il tempo che passa, sperando di averne ancora a sufficienza per dare intorno a me senso alla vita. Ma non è il canto del gallo, si fa giorno e non sarà lui, per caso, a darmi la felicità se non sarò io a volerla vedere. Rimanga la lacrima nell’occhio, l’amore davanti al carro.
Il mio cuore funziona, ma devo aver perso le istruzioni. La mia mente funziona, ma devo aver allentato gli indotti delle vibrazioni. Ogni tanto tocco qualche tasto per regolarlo, ma niente. Allora cerco nuovi stimoli per far diventare prevedibile l’attivazione di tale stasi e, precisi come un orologio svizzero, tutti gli apparecchi tornano a funzionare quando arriva l’assistenza del sentire.
E’ tanto che non vedo l’azzurro. Sotto una cappa di nuvole, opprimente d’afa, inseguiamo gli eventi né scelti né eletti, sperando di incrociare la vita per poter dire ciò che si pensa, nel quale allungando la mano in un arcobaleno si ridarebbe il colore.
Mi guardo allo specchio ma non sono né le mie mani, né i miei occhi stanchi o la grigia preoccupazione sul mio volto, né il tempo passato. Tutte queste cose hanno fatto tempo a ciò che io ho consentito, mentre la mente rubata dall’eterno presente va alla ricerca di leggerezza e amore, l’inutile sorriso nell’intrepida certezza che domani sia meglio, ma tutto sfugge nei pensieri.
Ripongo i miei pensieri la sera, cercando di smorzare gli affanni mai sopiti, sola, conservo intrecciando fra le dita un pensiero e un filo d’amore, per tracciare la strada di questa tortuosa notte.
Sono qui , eppur con nostalgia e solitudine sogni il ritorno a ciò che è casa, fatti semplici all’amore, da non cercare più come oggetto smarrito. Tornare dove mi trovo , per sentirmi dire un “si”, ma come era prima di questo tempo grigio, e tornare sarebbe un viaggio senza sentimenti.
Quando va via la gioia dal nostro cuore cerchiamo di coglierla nel ricordo, in ogni cosa, cerco curiosa nelle stanze e negli oggetti, nella musica il riassopire della sensazione del pensiero.
Ben riposti e in ordine ho messo i miei sogni ad uno ad uno, e non saprei più trovarli. Ma più spesso ricordo i quieti normali momenti con te, e tutto resta sullo scaffale.
Non bastassero i muri di questa obliqua società che ci eleva, mi trova sospesa a costruirne altri, non credendo più all’esistenza della buona fede e così senza pensare, costruirò il muro, che un giorno escluderà anche me da essa.
Sola con me, non da sempre ne da oggi, a guardare un punto da una qualsiasi stanza, nella mente il vuoto in cui mi perdo.
Mi manca sempre un attimo, mi manca sempre dello spazio, qualcuno lo ha sottratto e io non me ne sono accorta, incompleta, non trovo tempo. Non conta quel che avrei fatto in quello spazio, ma la sua assenza rende precario il tutto, come se amassi senza dire t’amo. E’ così, che da sta sera ricomincio l’inventario.
Siamo come pupazzi nelle mani della notte che muove fili su questo letto, come un palcoscenico ci fa protagonisti nella triste commedia di una dura vita che passa veloce.
Non sento ancora il profumo dell’estate, le stagioni sembrano uguali, hanno solo il colore del tempo, o forse è solo l’angoscia dei giorni aridi che viviamo a renderci insensibili, e già sarebbe un oltraggio all’amore e alla nostra sensibilità il solo pensarlo.
Scorre l’acqua come il tempo e porta via volti, parole, rimpianti e entusiasmi. Se ne prendo una poca con il bicchiere, non la perderò. Cosi come non sarà perso il tempo delle cose versato nel cuore, nell’abisso dei nostri sentimenti, nei colori spenti delle nostre giornate.
Vuote sono le mie mani, che nulla c’è da raccogliere, seppur non incolpevole sia la mancata semina. Guardo il campo incolto e aspetto un segno dell’anima. Emozioni spente, soffocate dal grigio, ma più non so se vittima io sia del tempo INGRATO o il suo autore.
Così proseguo. Illudendomi che ci sia tempo, mentre tappo i buchi da cui lo perdo e che sempre nuovi s’aprono alla mia vita. Ma le emozioni, l’arte, l’amore vanno in pasto con il tempo per diventare casa, me lo porteranno via, come per un mutuo non pagato.
E’ forse una sera con più nostalgia, con più cupezza, con più delusioni nate dal sonno impaziente di arrivare al domani. Ma il nostro domani poteva essere già ieri, ma perché si insegue sempre il futuro? Impariamo a vivere nel presente!
Occhi chiusi senza riposo, in questa notte da posti in piedi, il tempo non passa. Viaggio contando le fermate per non mancare via al pensiero della felicità, cosa mi attende? Vorrei riposare nei tuoi occhi, ma il pensiero stanco mi annebbia la vista.
Per varie cose c’era un tempo, una volta. Oggi sembra tutto uguale, affannato il desiderio di fare, riposto nel cassetto surrogato del dovere. L’amore per l’emozioni, per l’arte, che il tempo non lasciamo. Portiamo con noi, spiegazzato, la bandiera demodè di irriducibili nostalgici.
Oggi ho sentito un caldo improvviso ma non sa di estate, i giochi del tempo danno saldo alla felicità, resta freddo il cuore, che a fatica s’apre la strada falciando i ghiacciati rovi delle pene quotidiane che mi opprimono la vita.
Senza vento e senza remi in un mare così grande. Amore, sentimenti, emozione, arte. Comunicare: unica terra possibile che salva dall’attrazione a perdersi.
Sotto il vento si agita il mare ed il rumore rompe l’enorme silenzio di questa notte, l’anima stessa in ansia, qua e là sbattuta con le onde incerte cerca una luce, un chiaror pur lontano che nel suo amore dia la direzione e indichi la linea della mia mano.
E’ nascosta nella mente o forse dietro il cuore ma d’improvviso sempre, quando meno te lo aspetti ritorna l’innocente e mai scordata meraviglia, per l’amore e le parole o i gesti altisonanti non bastano a nascondere la commossa gratitudine nel sentirsi amati e considerati .
La lenta e preoccupata attesa della felicità, in cui tengo stretta la mano pensando che non c’è nulla oltre il mio cerchio, l’amore basta a se stesso ma vorrei uscire a spasso per un mondo a cui rubare i colori.
Sporto sul futuro, aggrappate le mani al presente per paura del salto. L’arte, l’ emozione, il grido. Non restare al limitare, ch’esso è la fine e non c’è strada indietro. Non è il salto o la paura, ma trovare il coraggio di riconoscere ciò che si vuole.
Non c’è niente in questi mari, così lancio la lenza dal cielo delle emozioni e pesco tra le nuvole. Cosa? Un idea da rubare, un pensiero da immaginare, un suono da sentire, qualsiasi cosa commestibile per l’anima che ci dia sostegno con un po’ di felicità.
A passi prudenti nella nebbia, spenti i suoni e la vista, forse sospeso è anche il tempo.
Abituati a guardare senza vedere, abituati a sentire senza ascoltare, abituati a vivere senza vivere in un mondo senza emozioni, il filtro della convenienza sempre calato, sintomo di un posto che potrebbe essere ovunque, la mano dei nostri simili è l’ancora che ci lega alla nostra realtà, semplice, comune, che si fa bella quando meritiamo di viverla.
Luci nella notte come pensieri nel vuoto della mente che parlano di noi, di quando la felicità era un gioco, di quando ripagare l’amore con l’amore, l’amicizia con l’amicizia, la sincerità con la sincerità, era una cosa normale.
L’emozione di tanti baci, alla fine ne ho salvati pochi, quelli rubati alla timidezza, quelli dati di slancio fingendo distrazione, quelli dati senza pensare, uno prima o uno dopo. Solo per attraversare e sentire il sapore delle emozioni che ci spinge all’arte e ci fa vivere.
Facile al mio cuore è il sentire
La saggezza non è per tutti, non è aperta a chi la cerca di continuo, né a chi vorrebbe prenderla di sorpresa la saggezza è per chi sappia riconoscerla quando la incontra.
Quante parole spesso si tacciono per timidezza o opportunismo o mal digerita educazione. Quei silenzi hanno segnato rimpianti della mia vita. Un sentimento o si esprime o si avvizzisce chiuso nella mente, un’emozione rimane legata e non dà avvio al suo esistere.
Ho un sole di ricambio per i giorni di solitudine e di immobilità, che nel caso mi da un po’ di conforto. Ma quello mio non sorge e non tramonta, se mai dorme accanto a me e quando sogno sorride.
Una candela, la luce tremula fuma nell’umida soffitta. Accatastate ai muri nostalgie e ricordi, entusiasmi e gioie pure, che dicono: “demodè è ormai il sentimento”. Chissà se del decadente mondo fuori la lunga crisi, non faccia tornar di moda questi arnesi. Mi piacerebbe riscoprire un sentimento a lungo non provato, un emozione da cavalcare per aprire il cuore e l’arte, e gioia nuova da rinverdire.
Nulla è cambiato ma tutto sembra fuori posto, come se avessi perso il treno del tempo, perciò arrivederci a domani. Ma prima o poi ti troverò, emozione persa per rompere questo infinito silenzio nel rito della tua assenza.
Ho imparato a trattare l’infelicità, l’angoscia anche nella loro composizione chimica, nel loro appiattirci e nel chiudere il cuore e la mente. E poi ti dicono che la vita va vissuta con coraggio! Certo dovremmo trattare di più anche l’amore, nutrimento dell’anima, o ci passerà sotto il naso tutto, senza cogliere nessuna emozione. Ma timida nel mio esplicare invece di urlare contengo le emozioni, invece di abbandonarmi contengo gli abbracci, invece di amare declino poesie così metto in bocca ad altri il mio vissuto.
Sono stanchi i miei occhi ed altro non vorrei né più vedere né più sentire, ma solo l’immagine di ciò che si sogna e di ciò che ci dà vita, che riesce a scuotere il mio cure e la mia mente e senza di essa neppure io sarei.
Occhi che scrutano senza vedere, ingannati da una mente prevenuta . Così prendiamo la vita, il buono e il cattivo è intorno a noi.
Sono anni questi messi di traverso, nei quali ci districhiamo tra buche insidiose. Nessuno ci ripagherà mai dell’ amore che non abbiamo dato. Una di queste notti, a mezza strada tra il sonno e il pensiero, tra i colori e le angosce ho visto l’amore, silenziosamente offerto per la vita, valere di più di questa gente malata.
Spesso si procede senza una meta per raggiungere l’obbiettivo, ne vorremmo sapere sempre di più sulla salita della nostra strada, ma riconosceremo la nostra riconoscenza solo percorrendola. L’importante è non dimenticare mai l’amore le emozioni che spesso anche se provate vengono scordate.
La vita dovrebbe essere più semplice di questa, sospesa tra la teoria, la pratica, l’inefficienza delle emozioni, ma il pubblico è ritroso: mostrargli la capacità di amare e di provare è terreno vulnerabile, il mondo a provare preferisce il tempo del’apparire.